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Controsoffitti in cartongesso: alcune idee originali

ontrosoffitti in cartongesso

In che cosa consiste il controsoffitto in cartongesso

Il controsoffitto realizzato in cartongesso consiste in un manufatto edilizio costituito da svariati pannelli del medesimo materiale.

Questi ultimi vengono installati in un soffitto, precisamente nel suo intradosso, la sua area sottostante. Le finalità del controsoffitto realizzato in cartongesso sono molteplici, quali:

  • nascondere tubature e fili;
  • garantire l’isolamento acustico e termico;
  • migliorare la resistenza al fuoco;
  • migliorare l’illuminazione o l’estetica dell’arredo.

Quali sono i vantaggi e le funzionalità di design del controsoffitto in cartongesso

I vantaggi dati dal controsoffitto in cartongesso sono molteplici. In primo luogo, lo stesso utilizzo del cartongesso rappresenta un ottimo beneficio: il materiale edilizio in questione, infatti, si presenta sotto forma di pannelli a panino.

Vi sono delle lastre in gesso, costituito da calcio diidrato ed estratto, e anche da due pannelli realizzati in cartone esterni.

Il cartongesso presenta delle proprietà che lo rendono ottimo per l’utilizzo all’interno di arredi privati o aziendali, come quelle fono isolanti e termo isolanti.

Anche l’impiego ulteriore di materiali isolanti che vengono installati sulla lastra interna sono perfetti per una funzionalità di design.

Il controsoffitto in cartongesso, oltre a presentare dei benefici per quanto riguarda il materiale stesso, ha anche dei benefici riguardanti le destinazioni d’utilizzo.

Il cartongesso ha una resistenza ottima alle sollecitazioni e flessioni, ed è anche molto più facile da tagliare e lavorare.

I controsoffitti in cartongesso, quali benefici offrono all’abitazione?

Grazie al materiale utilizzato sono anche presenti ulteriori vantaggi a cui prestare attenzione, anche per motivi di design e funzionalità.

In primo luogo, vi è un beneficio inerente al design del controsoffitto in cartongesso: grazie a quest’ultimo infatti è possibile utilizzare tante tipologie di soluzioni estetiche e decorative.

È anche possibile migliorare l’illuminazione all’interno di una stanza.

Un secondo vantaggio consiste nella rapidità di esecuzione: la realizzazione del controsoffitto in cartongesso non prevede alcun disagio particolare e viene svolta in tempi rapidi.

Il controsoffitto è utile per chi necessita di isolamento acustico. Se il controsoffitto viene creato con un’intercapedine vuota l’isolamento acustico sarà migliorato nettamente.

Oltre all’isolamento acustico è presente anche l’isolamento termico, il quale permette di ridurre il volume da dover rinfrescare o riscaldare.

L’isolamento termico prevede anche un risparmio dei costi energetici sulle bollette. Per ottenere questa proprietà e vantaggio è possibile aggiungere un’intercapedine all’interno dei pannelli isolanti.

Un controsoffitto in cartongesso è anche in grado di resistere al fuoco, qualora i pannelli utilizzati siano certificati.

Infine, la duttilità del materiale apporta anche dei benefici al design d’interni. Questo dettaglio consente di creare soluzioni di design di varia tipologia, garantendo anche differenti tipi di illuminazioni per vari arredamenti.

I controsoffitti in cartongesso sono perfetti per completare l’arredo di qualsiasi stanza di un appartamento, e sono ottimi per creare degli spazi comodi e funzionali, anche all’interni di cucine e bagni. In questi ultimi casi è possibile utilizzare dei rivestimenti o pannelli in grado di resistere all’umidità.

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Impianto fotovoltaico: installazione e curiosità

impianto fotovoltaico

Rinnovabile, pulita, inesauribile: questo è ciò che contraddistingue l’energia prodotta tramite l’installazione di un impianto fotovoltaico, dispositivo che consente di trasformare l’energia della radiazione solare in energia elettrica in modo istantaneo e senza l’uso di alcun combustibile. Scopriamo meglio di cosa si tratta.

Che cos’è un impianto fotovoltaico

L’impianto fotovoltaico è un sistema che sfrutta i raggi solari per generare corrente elettrica continua tramite l’effetto fotovoltaico. Grazie ad appositi pannelli, questo riesce ad assorbire e a sfruttare l’energia solare trasformandola in una quantità di energia elettrica tale da rendere autonomo un edificio.

Al fine di assorbire quanta più luce possibile, in fase di installazione bisognerà assicurarsi che questi dispositivi vengano orientati verso sud.

La trasformazione della luce solare in energia avviene grazie a un inverter, apparato elettronico che consente di usufruire immediatamente dell’energia prodotta.

Attualmente, sono tre gli impianti fotovoltaici che è possibile utilizzare: quelli connessi in rete, quelli a isola e, infine, quelli ibridi.

Gli impianti grid-connected

Gli impianti grid-connected definiscono i dispositivi che non hanno la capacità di produrre l’energia elettrica necessaria a soddisfare la domanda di elettricità e che, al fine di assicurare la corretta fornitura, usufruiscono della rete elettrica nazionale.

Proprio la connessione a quest’ultima, fa sì che, quando la produzione di energia supera la richiesta, questa viene trasferita alla rete elettrica nazionale o accumulata dentro l’apposita batteria.

Gli impianti stand-alone

Meglio noti come stand-alone, gli impianti a isola sono sistemi che non usufruiscono della rete elettrica nazione.

Questi, garantiscono approvvigionamento energetico grazie alla batteria, la quale fornirà l’energia precedentemente accumulata.

In virtù di quanto appena scritto, è possibile comprendere che a rendere un impianto stand-alone efficiente è proprio la batteria.

Questa, infatti, dovrà avere la capacità di accumulare anche l’energia in eccesso, e fornirla anche in assenza di irraggiamento o di produzione insufficiente.

Gli impianti ibridi

Gli impianti ibridi coniugano in un impianto le altre due tipologie installative. Si tratta di un sistema innovativo in cui l’energia prodotta dal campo fotovoltaico viene prima immagazzinata nelle batterie d’accumulo e, raggiunta la capienza, riversa l’energia residua sulla rete elettrica nazionale.

Installazione degli impianti fotovoltaici

Compreso ogni dettaglio riguardo alle tre differenti tipologie di impianto fotovoltaico, è possibile capire come avviene l’installazione.

Ovviamente, questa sarà compito di un tecnico qualificato, il quale dovrà occuparsi dei seguenti aspetti: dimensionamento, modalità di posa, collegamenti fra i pannelli, allacciamento in rete e collaudo.

La prima fase è proprio quella del dimensionamento, ovvero il processo volto a individuare la potenza complessiva necessaria per soddisfare determinati scopi elettrici.

Altrettanto importante è la posa, il modo con il quale i pannelli fotovoltaici vengono installati sul tetto.

Questi, dovranno essere orientati verso il meridione e inclinati di 30 gradi rispetto terra.
Solamente al termine del posizionamento, sarà possibile procedere con l’allacciamento alla rete.

Il tecnico dovrà provvedere a connettere l’impianto alla rete elettrica nazionale, in maniera tale da poter favorire l’immissione o il prelievo di energia.

L’ultimo aspetto dell’installazione riguarda il collaudo, il quale permette di beneficiare l’effettivo funzionamento dell’impianto.

Qualche curiosità sugli impianti fotovoltaici

Nonostante oggigiorno rappresentino uno dei prodotti più richiesti in Italia, non tutti sono perfettamente a conoscenza dei dettagli riguardanti il funzionamento dei pannelli fotovoltaici. Ecco qualche curiosità.

Gli impianti fotovoltaici funzionano anche con la pioggia

La risposta è certamente sì, questi dispositivi assicurano la produzione di energia anche in caso di pioggia, di cielo coperto o di nebbia.

Ogni singolo pannello è, infatti, realizzato in maniera tale da assicurare un perfetto funzionamento in presenza di sole e, allo stesso tempo, di garantire durevolezza resistendo anche agli agenti atmosferici più aggressivi.

Prima di essere messi in commercio, questi dispositivi devono, infatti, superare diversi test di resistenza.

Pannelli solare ed emissioni

A rendere gli impianti fotovoltaici uno dei sistemi di approvvigionamento energetico più apprezzi del momento non è solo la capacità di ridurre le spese, ma anche l’abbattimento delle emissioni di CO2.

E’, infatti, possibile stimare la quantità di emissioni di anidride carbonica e di altre sostanze inquinanti calcolando una cifra pari a 0,35 kg per ogni kWh prodotto mediante un sistema a generazione fotovoltaica.

Costo dei pannelli solari

Ormai utilizzatissimi, i pannelli solari non rappresentano più un sistema di approvvigionamento energetico destinato solamente a un pubblico di nicchia.

A confermare quanto appena detto ci sono i prezzi, i quali a partire dal 1977 sono precipitati del 99%.

Anche grazie a bonus e agevolazioni, questo potrebbe essere il momento più adatto per installare un impianto fotovoltaico e usufruire dei grandi benefici che la produzione autonoma di energia è in grado di garantire.

Non esitate a contattarci per avere più informazioni riguardo l’installazione di un impianto fotovoltaico.

 

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Balconi e Terrazzi: la corretta impermeabilizzazione e manutenzione

impermeabilizzazione

Impermeabilizzazione di terrazzi e balconi: metodi e manutenzione

Soprattutto in inverno, con le piogge e il gelo, si possono manifestare i segni di un’impermeabilizzazione di balconi e terrazzi usurata, danneggiata, o carente perché mal applicata.

Per fortuna, per ogni problema di impermeabilizzazione, l’esperto può suggerire la soluzione ideale; applicare i materiali adatti e prevenire nuovi danni grazie alla manutenzione periodica di routine o, all’occorrenza, ad una manutenzione straordinaria.

Cos’è e perché l’impermeabilizzazione è importante

La principale causa di danneggiamento di terrazzi e balconi sono le infiltrazioni d’acqua. Fessurazioni nei materiali di rivestimento causati dagli sbalzi termici e dall’acqua piovana che ristagna a causa di inclinazioni sbagliate o avvallamenti.

Le infiltrazioni portano al deterioramento del sotto strato mettendo in pericolo la stabilità di terrazzi e balconi se l’umidità arriva alle strutture portanti in metallo provocandone la corrosione.

I segnali più allarmanti sono la creazione di efflorescenze e muffe, crepe visibili, danni e macchie negli ambienti interni: sui soffitti nel caso di terrazzi e lungo il perimetro di confine dei balconi.

Per evitare i danni dell’umidità la soluzione è l’impermeabilizzazione.

Come sempre, sarebbe meglio prevenire che curare: in una nuova costruzione, già in fase di progetto si può scegliere il miglior metodo per impermeabilizzare balconi e terrazzi, calpestabili o semplicemente di copertura.

La pratica più usata per i terrazzi (e prevista dalla norma UNI 8627) è l’applicazione sul supporto strutturale di un massetto di pendenza, seguito da una membrana isolante chiamata “barriera vapore” (non traspirante), uno strato che funge da isolante termico e uno impermeabilizzante.

Su questa complessa base stratificata, a cui si aggiunge una guaina drenante, poggiano il massetto e quindi la pavimentazione/rivestimento.

L’aggiunta di uno strato isolante sul terrazzo garantisce anche una maggior protezione dal caldo estivo e meno dispersione di calore nella stagione fredda, con conseguente risparmio energetico.

In fase di ristrutturazione del terrazzo si devono invece analizzare caso per caso le condizioni di base dell’area in cui si va ad intervenire:

· valutare lo stato di conservazione della pavimentazione e del massetto su cui poggia;

· analizzare lo stato della guaina drenante (se presente) e dei vari strati;

· verificare che non vi siano fratture o distacchi tra i vari strati;

· accertarsi che la pendenza della pavimentazione sia adeguata;

· controllare anche i doccioni e le gronde.

A seconda delle condizioni del terrazzo, si dovrà poi scegliere la soluzione migliore per riparare, implementare o addirittura sostituire l’impermeabilizzazione esistente.

Una pavimentazione o un rivestimento ancora in buone condizioni potrebbero necessitare solo di uno strato di materiale impermeabilizzante in superficie, soluzione spesso soddisfacente per l’impermeabilizzazione del balcone; mentre se sono presenti crepe o buchi, si dovrà rimuovere il rivestimento e il massetto, per ripristinare l’intera pavimentazione dopo aver impermeabilizzato il supporto.

Infine, sui terrazzi, se tutti gli strati appaiono inadeguati o danneggiati, si dovrà intervenire anche su di essi.

Non esiste comunque una soluzione impermeabilizzante ideale e adatta ad ogni situazione, soprattutto se si tratta di manutenzioni o ristrutturazioni; è per questo motivo che è importante rivolgersi ad aziende specializzate e personale con esperienza.

È necessario conoscere i pro e i contro dei prodotti impermeabilizzanti presenti sul mercato per poter, non solo dare alla clientela un consiglio valido, ma anche effettuare l’impermeabilizzazione utilizzando materiali di qualità nel modo migliore.

Come impermeabilizzare terrazzi e balconi: materiali e procedure

Impermeabilizzare senza rimuovere il rivestimento

Se la pavimentazione è in buone condizioni e non presenta crepe o buchi, l’impermeabilizzante liquido è una buona soluzione, che si può utilizzare senza dover rimuovere piastrelle o eventuali pavimentazioni di pregio, come quelle in pietra.

La resina trasparente è facile da usare e può essere applicata rapidamente con rulli o pennelli su tutta la superficie senza lasciare fessure, creando uno spessore di pochi millimetri.

Per questa procedura vanno seguite scrupolosamente le istruzioni indicate dai produttori; la patina protettiva è resistente agli sbalzi di temperatura, alle intemperie, alle sostanze chimiche e all’acqua stagnante.

Un aspetto fondamentale da considerare è l’idoneità del prodotto alla pavimentazione esistente. Spesso la soluzione della resina è applicabile nel ripristino dell’impermeabilizzazione dei balconi, magari accompagnata da interventi mirati nell’intersezione con i muri.

Soluzioni impermeabilizzanti sotto il rivestimento e il massetto di posa

Se la pavimentazione è danneggiata (o non idonea ad essere trattata con l’impermeabilizzante liquido in superficie) si dovrà asportarla completamente ed intervenire nello strato sottostante, cioè impermeabilizzare il massetto di posa o addirittura il sottofondo.

Sul mercato sono disponibili due tipi di prodotti adatti allo scopo: rotoli di membrana impermeabilizzante o liquidi impermeabilizzanti.

· Sistemi impermeabilizzanti a membrana arrotolata

In commercio esistono numerosi tipi di membrane impermeabili in rotoli. Il più diffuso è la guaina bituminosa.

Statisticamente, le guaine bituminose sono il sistema più utilizzato per impermeabilizzare terrazzi e balconi. Il materiale che costituisce le guaine è un derivato del petrolio greggio e le guaine catramate impermeabilizzanti sono commercializzate in rotoli.

Nello spessore della guaina può essere incorporata un’armatura (in fibra di vetro o fibra di poliestere) per aumentarne la resistenza.

Sono relativamente facili da installare e, grazie all’incollaggio con il calore prodotto da una fiamma, garantiscono una completa aderenza.

In contesti applicativi dove non è possibile l’uso di una fiamma libera, le stesse membrane sono disponibili con uno strato adesivo; sono più facili da applicare, ma hanno un’efficacia leggermente minore.

· Composto liquido a base cementizia

Un’alternativa alla guaina bituminosa può essere l’applicazione di uno strato liquido a base cementizia sulla struttura di supporto.

Il prodotto consiste in una miscela a base di cemento a cui vengono aggiunti polimeri che lo rendono impermeabile all’acqua. Il rivestimento (massetto + piastrelle) potrà poi essere applicato su questo strato.

Questo procedimento è più semplice di quello con le membrane, ma lo strato cementizio non è perfettamente impermeabile, inoltre è soggetto a dilatazioni e restringimenti a causa degli sbalzi di temperatura e finisce per lasciar passare comunque una piccola quantità di umidità allo strato sottostante.

Questa tecnica è applicabile negli interventi dove l’umidità ha danneggiato solo il rivestimento ed è indubbio che il supporto sia in perfette condizioni, non presenti crepe o fessure capillari.

Soluzioni impermeabilizzanti totali del supporto

La migliore soluzione per risolvere e prevenire qualsiasi tipo di infiltrazione resta quella di intervenire direttamente sul supporto strutturale.

L’impermeabilizzazione prevista dalle norme è validissima anche sul lungo termine, in quanto prevede gran parte dei possibili deterioramenti, naturali e inevitabili, dei materiali.

A proposito di deterioramento, per mantenere l’impermeabilizzazione efficiente negli anni, è bene procedere a verifiche e manutenzioni regolari, nonché straordinarie nel caso in cui le condizioni atmosferiche (temperature molto elevate o ghiacciate ripetute), facciano temere fessurazioni e capillarizzazioni di uno o più strati del terrazzo o del balcone.

 

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Impianto idraulico del bagno: le informazioni da sapere

impianto idraulico bagno

Come è fatto un impianto idraulico?

Attraverso quale sistema l’impianto idraulico riesce a portare l’acqua dall’esterno dell’edificio fin dentro casa?

Bisogna qui immaginare un’organizzazione di tubi, reti e componenti che insieme formano delle vere e proprie arterie.

Questa struttura distribuisce l’acqua ad uso sanitario in tutta la casa, particolarmente nel bagno. Qui spesso occorre fare lavori dedicati in quanto ci sono utenze particolari che necessitano di un’attenzione differente.

L’impianto, quindi, preleva l’acqua dall’attacco dell’acquedotto, dalla rete pubblica quindi, per trasportarlo fino al punto selezionato per l’erogazione all’interno dell’abitazione o edificio.

All’interno di questo sistema troviamo una prima, e importante, differenza, ovvero quella tra acqua calda o fredda. In ogni abitazione, infatti l’impianto idraulico del bagno presenta due strade relative al percorso dell’acqua calda o dell’acqua fredda.

Nel primo caso, infatti, viene montato un generatore che preleva l’acqua dalla rete pubblica e, riscaldandola, la immette in circolo all’interno dell’abitazione.

Ecco perché si parla di rete per l’Acqua Calda Sanitaria o ACS. L’acqua fredda, invece, non riceve alcun trattamento e viene immessa, partendo dall’attacco della rete pubblica, direttamente nel bagno. Inoltre, il sistema idraulico, come quello relativo al riscaldamento, può basarsi su un funzionamento centralizzato o autonomo.

Quali sono le informazioni da sapere?

Le informazioni da conoscere in merito alla progettazione del sistema idraulico del bagno sono, in primo luogo, di natura legislativa.

Allo scopo di garantire il livello di sicurezza più elevato nella costruzione e nello sviluppo di impianti idraulici, il 22 gennaio 2008 è stato emanato un Decreto Ministeriale che stabilisce una stesura di progetto obbligatoria per qualsiasi intervento, dalla costruzione quindi all’ampliamento o ammodernamento.

Si precisa, inoltre, che il suddetto progetto dev’essere redatto e sviluppato da un architetto o da un tecnico iscritto all’Albo professionale relativo alla sua competenza.

Questo perché, l’impianto deve soddisfare le normative di sicurezza stabilite da Decreto Ministeriale n.37 emanato dal Ministero dello Sviluppo.

Le normative sono volte al rispetto di criteri di sicurezza che offrono infatti il massimo risparmio energetico. In queste situazioni, infatti, si stabiliscono anche le tipologie di tubazioni da adoperare.

Sono necessari materiali differenti per le varie condizioni in cui l’impianto dovrà essere posato e montato. Per le parti interrate relative al collegamento, per esempio, si utilizzerà la ghisa sferoidale.

Mentre le tubazioni adibite alla vera e propria distribuzione dell’acqua dovranno essere in polietilene.

Le normative prevedono la costruzione di un sistema che funzioni in modo non solo efficace ma efficiente, eliminando così tutte le dispersioni di calore. Ecco perché tutta l’estensione della tubatura dovrà essere ricoperta con materiali isolanti.

Uno dei più utilizzati è il neoprene, utilizzato attraverso strati spessi da 5 a 12 millimetri. In questo modo, l’impianto non perderà calore e, cosa ancor più importante, verrà protetto dalla corrosione o condensa esterna dei tubi.

Differenze tra impianto di carico e scarico

Partendo dall’impianto di carico, possiamo sin da subito affermare che è il più semplice da progettare e realizzare. Qui gli schemi sono più lineari, e i punti di erogazione dell’acqua previsti sono molti.

L’impianto di carico è strutturato tramite colonne verticali adibite alla rete di scarico oltreché per l’acqua fredda, dalle quali si può attuare il classico rifornimento di acqua da immettere nella distribuzione.

Questo schema può essere progettato sia “a collettore” che “in derivazione“. Nel primo caso, si parla di schema a ragno in quanto viene sfruttata una sola tubazione che parte appunto da un collettore e raggiunge i vari sanitari del bagno.

In questo caso, il sistema presenta molti punti a favore dell’efficienza in quanto permette, in primo luogo, di non utilizzare giunture, il che allontana i pericoli di perdite. Oltretutto questo schema è molto più economico presentando un’installazione semplice e relativamente intuitiva.

Il sistema in derivazione, invece, presenta uno schema maggiormente sfruttato in situazioni di ristrutturazione. Attraverso raccordi a T, infatti, si può provvedere al collegamento in serie dei vari sanitari alla rete della casa tramite l’impiego di una tubazione rigida.

L’impianto di scarico, viceversa, suddiviso in due tipologie quali: a tubazione unica o doppia. Gli impianti a tubazione unica prevedono un’opzione abbastanza semplice in cui non si dividono le acque nere da quelle bianche.

Nello schema a doppia tubazione, invece, si monta un doppio scarico che separa le acque reflue bianche da quelle nere. Com’è chiaro notare, il sistema a doppio tubo presenta un livello di igiene maggiore.

In questo caso, infatti, si evita la risalita di cattivi odori dallo scarico del lavabo, ad esempio, o dal bidet. D’altro canto, lo scarico a tubo unico viene scelto per situazioni, come i condominii, in cui tutti i bagni sono sovrapposti nei piani che si susseguono.

Rivolgersi sempre a dei professionisti per la realizzazione di un impianto idraulico

Ecco perché occorre rivolgersi ad un’impresa che possa realizzare i lavori con un livello di professionalità adeguato. Sia nel caso in cui il bagno debba essere sviluppato ex novo, sia nel caso di ristrutturazione, bisogna basarsi su un progetto che rispetti le norme di sicurezza e che sia adiacente alle proprie necessità.

Noi facciamo case rappresenta un vero e proprio gruppo di professionisti al servizio del cliente, pronti a soddisfare ogni esigenza verso la realizzazione di ambienti su misura in ogni dettaglio.

 

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Ristrutturazione casa: come scegliere un pavimento di qualità

pavimento

Quando si tratta di progettare una casa, bisogna prestare molta attenzione al tipo di pavimentazione, perché nell’insieme stabilisce lo stile, l’eleganza e l’atmosfera degli ambienti.

Il parquet, per esempio, è una scelta popolare per il suo aspetto, le tavole di vinile sono lussuose e si adattano a qualsiasi forma di vita, le piastrelle sono apprezzate per la loro durata a lungo termine.

Tutti questi aspetti non facilitano la ricerca. Noi cercheremo di aiutarti a capire in base a materiali, forme, grane, colori e disegni, come scegliere un pavimento di qualità.

Come scegliere il pavimento perfetto

Prima di metterti alla ricerca del pavimento di qualità che si adatta meglio agli ambienti della tua casa, dovresti porti alcune domande:

• Il pavimento sarà regolarmente esposto all’umidità?
• Di quanti componenti è composta la famiglia e quanto flusso di gente riceverà il piano calpestabile?
• Con quale frequenza la pavimentazione necessita di un’accurata pulizia?
• Quanto tempo supponi che il tuo pavimento possa durare prima di sostituirlo?

Una volta che avrai preso in considerazione le risposte a queste domande, comincerai a farti un’idea su quale tipologia di pavimenti concentrare la tua attenzione.

Per sostenerti nella scelta, abbiamo evidenziato i fattori che determinano le caratteristiche di un pavimento.

Pavimento in piastrelle

Le piastrelle sono disponibili in molte varianti. Le più gettonate sono la ceramica smaltata e il gres porcellanato.

Le piastrelle in ceramica smaltata sono adatte per ricoprire le pareti ma anche le superfici calpestabili. Sono durature, resistenti al calore e al gelo dove necessario.

Il gres porcellanato è pratico da pulire, è molto resistente ed è disponibile in molte varianti, alcune imitano il legno, mentre altre le pietre naturali.

Con le piastrelle puoi aggiungere un aspetto contemporaneo e moderno alla tua casa. Ciò che devi sapere è che un pavimento ricoperto di piastrelle, sarà freddo durante l’inverno; tuttavia, è sempre una valida scelta per la versatilità e la durata che offre.

Pavimento in legno

I pavimenti in legno aumentano il valore economico della casa. Sono belli da vedere e a seconda del colore conferiscono agli spazi un aspetto rustico, contemporaneo o moderno.

Il legno non ha rivali e niente riesce a uguagliare la sua bellezza estetica. Oltretutto fornisce calore e accoglienza, tuttavia il prezzo non accessibile a tutti potrebbe frenare l’acquisto.

La buona notizia è che dura una vita e anche quando si usura con il tempo, è sufficiente restaurarlo e lucidarlo di nuovo per riportarlo alla sua bellezza naturale.

Pavimento in marmo

Il marmo è un tipo di pavimentazione molto prestigiosa, viene posato di solito nelle chiese, nei palazzi reali e nelle scale interne. Rispetto ad altre tipologie di pavimento costa di più, ma il suo aspetto è senza confronto.

Il marmo è una pietra naturale e soggetta a crepe e graffi in quanto tenera. Una casa con una pavimentazione in marmo avrà un aspetto unico in fatto di brillantezza.

Pavimento in vinile

I pavimenti in vinile sono pratici da installare, non costano molto, sono colorati e disponibili in fogli e piastrelle.

Inoltre, una pavimentazione in vinile attutisce il rumore, è antiscivolo, resistente all’acqua e pratica da mantenere pulita.

Se i materiali sono di buona qualità, garantiscono una lunga durata, difatti resistono egregiamente a graffi e macchie. Il consiglio è di spendere qualcosa in più ma scegliere sempre pavimenti in vinile di prima scelta.

Pavimento in laminato

I pavimenti in laminato sono una valida opzione di altre tipologie di rivestimenti. Se non sei disposto a spendere molto, puoi scegliere questo materiale in quanto versatile e dinamico. La messa in posa è rapida, imita perfettamente il marmo e il legno, ma non è pietra e nemmeno parquet. Dal punto di vista estetico è piacevole alla vista e aumenta anche il valore della casa.

Come scegliere il pavimento in base alla destinazione d’uso

Quando si ristruttura una casa, la scelta del pavimento è fondamentale, oltre alla finitura e al materiale gioca un ruolo importante il colore, perché con i mobili e i complementi di arredo definisce l’atmosfera degli ambienti. Ovviamente un pavimento non sta bene in tutte le stanze della casa, ecco allora qualche suggerimento in base alla destinazione d’uso.

Bagno

Quando si tratta di pavimentare un bagno la scelta cade sulla ceramica, poiché è un materiale duraturo, resistente agli agenti chimici, agli urti e ai detersivi. Inoltre, c’è l’imbarazzo della scelta in fatto di colore e forme. Negli ultimi anni sta guadagnando interesse la pietra naturale, presente sui piani di appoggio e le resine per la versatilità.

Cucina

All’interno della cucina, il gres porcellanato domina la pavimentazione. È disponibile in molte varianti, dalla mattonella che imita perfettamente il legno e le pietre naturali, al comune cotto. È molto resistente, fruibile in diverse dimensioni e fasce di prezzo, quindi adeguato a soddisfare le esigenze di ognuno.

Soggiorno

Il soggiorno è la stanza più grande della casa e a volte occupa un ampio spazio aperto. È un punto di ritrovo per gli amici e la famiglia. Se vuoi dare eleganza all’ambiente dovrai optare per il marmo, oppure per il parquet. Questi materiali sono abbastanza costosi, se non vuoi rinunciare al loro fascino puoi scegliere tra il laminato o il gres porcellanato.

Camera dei bambini

La camera dei bambini deve essere accogliente e confortevole. Il pavimento va scelto con molta attenzione. Deve essere resistente alle macchie e agli urti, visto che adorano giocare a terra. Il parquet sarebbe ideale perché è caldo, altrimenti il laminato ne riproduce le caratteristiche e sembianze, ma è più pratico da tenere pulito: un’altra alternativa è il gres porcellanato.

Oggi per comodità, ma anche per dare una continuità alla casa si preferisce rivestire le stanze con lo stesso tipo di pavimentazione, fatta ad eccezione per i bagni.

 

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Come sfruttare gli spazi della casa grazie ad un soppalco in ferro

soppalco in ferro

Che cos’è un soppalco?

Il soppalco in ferro consiste in un piano sopraelevato rispetto al pavimento e avente una certa distanza rispetto al soffitto.

Tale soppalco è dato dall’inserimento di un setto orizzontale, il quale consente di creare una divisione di un solo ambiente o vano.

Il setto, a seconda delle proprie esigenze, può essere parte di un blocco autoportante oppure essere già installato nella struttura.

Normalmente il soppalco può essere accessibile tramite una scala che garantisce sicurezza, ed è presente anche un parapetto.

Quali sono i vantaggi nella realizzazione di un soppalco in ferro?

I vantaggi di avere un soppalco sono molteplici, tra cui la divisione in due spazi di un solo ambiente, al fine di avere a disposizione più zone adibite a differenti utilizzi.

Il soppalco si adegua perfettamente a molte tipologie di arredamenti, oltre che ad ambienti stretti o di piccole dimensioni.

Le camere aventi soppalchi sono utili al fine di creare differenti spazi di gioco per bambini di età diverse, oppure spazi appositi per lavorare o fare i compiti e altri adatti esclusivamente al riposo.

Il soppalco consente inoltre di utilizzare la propria creatività al fine di comporre la stanza in maniera differente, con svariati colori e gestendo gli spazi nella maniera più consona a seconda delle proprie esigenze.

Un ulteriore vantaggio garantito dalla presenza del soppalco consiste nella possibilità di modificare facilmente tutti gli spazi precedentemente sistemati senza necessariamente stravolgere la struttura della camera: questo vale soprattutto per i bambini in crescita e che necessitano di cambiamenti.

I soppalchi consentono inoltre di dormire in alto a chiunque ami particolarmente tale posizione, rendendo più confortevole il riposo.

Il soppalco è generalmente una soluzione perfetta per arredare in maniera intelligente la propria camera e al contempo sfruttare lo spazio in modo pratico.

Cos’è il soppalco in ferro e in quali zone usarlo

Il soppalco in ferro consiste in una tra le varie tipologie esistenti e tra quelle più comuni e scelte tra gli acquirenti.

Il ferro infatti rende il soppalco non solo gradevole dal punto di vista estetico ma anche estremamente sicuro, a condizione che tutte le normative d’installazione vengano rispettate.

Il soppalco in ferro può essere utilizzato in differenti zone della propria casa, quali: interni, garage e capannoni.

Nei garage i soppalchi sono decisamente ottimi in quanto consentono di aumentare lo spazio disponibile, dove è possibile riporre tutti gli oggetti pesanti e i vari accessori in maniera ordinata.

Sono anche adatti per gli interni e per chi desidera un soppalco particolarmente resistente e adatto a qualsiasi tipologia di arredamento.

È anche possibile utilizzare i soppalchi in ferro all’interno dei capannoni, in quanto estremamente utili come soluzioni volte a ottenere più spazio per i beni extra o i per i dipendenti, in quanto realizzato con un materiale altamente resistente all’usura.

Come sfruttare al meglio questo spazio?

Come precedentemente anticipato, uno tra i principali vantaggi e utilizzi dei soppalchi consiste nella suddivisione di una stanza in due differenti spazi, i quali possono essere utilizzati come camere separate oppure spazi volti a differenti mansioni, come riposo e lavoro.

Sono inoltre adatti per ottenere maggior spazio e far sembrare la camera più grande. La camera notte è spesso creata grazie all’utilizzo dei soppalchi ed è estremamente utile per chi ama rilassarsi in uno spazio personale e confortevole.

I soppalchi possono anche essere sfruttati come zone dove poter riporre la propria creatività tramite arredi differenti e accessori utili allo scopo di quella zona.

È bene ricordare che i soppalchi sono perfettamente adeguati sia per le camerette di bambini o ragazzi, sia per gli adulti che amano le soluzioni volte a garantire più spazio.

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Casa in bioedilizia: i pro e i contro

casa bioedilizia

Che cos’è una casa in bioedilizia?

La bioedilizia è la modalità di progettare e poi costruire un edificio che possa essere in linea con tutti i principi della sostenibilità ambientale e che possa ridurre significativamente l’impatto ambientale.

Le case in bioedilizia sfruttano le energie rinnovabili per produrre acqua calda sanitaria, per riscaldare gli ambienti o raffrescarli durante la stagione più calda dell’anno.

È un nuovo modo di concepire l’architettura che promuove la sostenibilità e permette un’ottima integrazione della struttura nell’ambiente offrendo a chi ci abita la possibilità di permanere in un luogo più salutare privo di sostanze dannose per la salute.

La casa in bioedilizia deve necessariamente avere un approccio integrato basato sulla qualità dei materiali scelti e la conoscenza degli addetti ai lavori che costruiranno l’abitazione avendo ben chiare quali siano le scelte da fare anche in termini di spesa energetica per mettere in piedi tutta la struttura riducendo al massimo l’impatto ambientale.

Ovviamente la costruzione dovrà essere fatta adattando il progetto all’ambiente circostante, valutando la quantità di illuminazione naturale che i vari ambienti riceveranno e le temperature estive e invernali a cui in media sarà soggetta la casa in bioedilizia.

Fondamentale importanza ha anche la scelta dei materiali da costruzione che dovranno essere rispettosi dell’ambiente e al contempo offrire un’elevata efficienza energetica.

Durante la fase progettuale dovranno essere evitati al massimo i ponti termici per poter ridurre poi l’energia spesa per riscaldare gli ambienti interni durante il periodo invernale.

I pavimenti così come la scelta dei materiali per costruire le pareti e le coperture hanno un ruolo fondamentale nel rendimento energetico in una casa in bioedilizia.

Ogni materiale infatti ha la capacità di influenzare in negativo o in positivo l’inerzia termica e le prestazioni acustiche complessive.

Il team di Noi Facciamo Case, possiede un’eccellente padronanza delle tecniche necessarie per ridurre al massimo il consumo energetico e di conseguenza ridurre anche le emissioni di gas nocivi a effetto serra durante il riscaldamento degli ambienti interni.

Le abitazioni eco sostenibili devono anche essere confortevoli e offrire un elevato standard di benessere a chi le vive quotidianamente.

Ogni ambiente interno deve essere un luogo salubre con un’ottima qualità dell’aria e proteggere le persone dai danni dell’umidità e da quelli provocati dai campi elettromagnetici.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi? Parliamone

Le case in bioedilizia offrono numerosi vantaggi a scapito di pochi svantaggi. Vediamo assieme di fare un po’ di chiarezza in merito. Questo tipo di case vengono spesso realizzate quasi totalmente in legno e quindi diventa indispensabile scegliere essenze particolarmente robuste, durature e resistenti agli agenti atmosferici per evitare di dover far fronte a una serie di problemi causati dall’usura naturale di un legname di scarso valore.

Al contrario di quanto si è tendenzialmente portati a pensare, la bioedilizia in legno è molto resistente in caso di incendio.

Il legno appositamente trattato diventa difficilmente attaccabile dalle fiamme garantendo comunque un elevato livello di efficienza energetica.

Resistono molto bene anche alle intemperie e previo specifico trattamento non tendono a marcire né vengono attaccate da parassiti dannosi.

Affidandosi alla scelta di una costruzione in bioedilizia si possono richiedere personalizzazioni di ogni tipo e avere ambienti progettati su misura di chi li abita.

Per quanto riguarda gli svantaggi e i limiti delle case costruite con i criteri di bioedilizia ce ne sono alcuni da tenere in considerazione prima di pensare di far costruire un’abitazione.

Per prima cosa è necessario sapere che le case in bioedilizia costano molto di più di quelle tradizionali in muratura.

Altro aspetto negativo delle case in legno è senza dubbio la loro manutenzione che deve essere costante e accurata. Il legno se non curato adeguatamente si deteriora e può cominciare a fessurarsi lasciando passare all’interno dell’abitazione aria e acqua.

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Tettoia in legno: tipologie e permessi

tettoia

Per riparare l’auto quando manca il garage, per creare un patio dove rilassarsi in inverno a guardare la pioggia o sotto il quale pranzare in estate al riparo dal sole: se la casa è dotata di uno spazio esterno, la tettoia in legno rappresenta una risorsa funzionale e un valore aggiunto dal punto di vista estetico.

Perché costruire una tettoia in legno e come realizzarla

In giardino o sul terrazzo, per riparare piante e arredi dalle intemperie, ma anche per far defluire l’acqua piovana all’ingresso di un’abitazione: oltre a un’efficace funzione protettiva, la tettoia ha l’effetto di ampliare lo spazio vivibile e, grazie all’eleganza naturale del legno, rappresenta una copertura funzionale e raffinata.

In qualche caso può trattarsi di una pensilina, di piccole o medie dimensioni, addossata al muro esterno, che sporge sulla porta d’ingresso o su una finestra; molto spesso ha l’aspetto di una costruzione a sé stante, poggiata su pilastri e ricoperta con tegole o listelli di legno, che svolge una funzione di protezione o crea una zona abitabile all’esterno della casa.

Quando il suo peso è notevole, la tettoia viene ancorata a un muro portante, sorretta da travi fissate a terra con il supporto di calcestruzzo, oppure inserita in fori appositamente scavati sul pavimento.

In fase di costruzione, dopo aver realizzato la struttura e aver applicato i pannelli laterali e gli eventuali elementi ornamentali, si passa al posizionamento della copertura, che va trattata con un fondo isolante e drenante; infine, si posano le doghe in legno o, in alternativa, coppi e tegole.

Perché sia davvero funzionale, la tettoia in legno deve essere realizzata seguendo criteri razionali e modalità di lavoro professionali: indispensabile, quindi, rivolgersi a una ditta specializzata in questo genere di costruzioni, che progetti la struttura e proceda alla sua posa in opera a regola d’arte.

Nell’installazione di una tettoia in legno bisogna, poi, tenere presente un altro fattore, molto rilevante: la presenza di una simile installazione inciderà non solo sugli spazi esterni, ma anche su quelli interni perché, specie quando le dimensioni sono notevoli, la tettoia può limitare l’ingresso della luce naturale nella casa.

I permessi necessari per la costruzione di una tettoia

Talvolta si tende ad assimilare la tettoia in legno con il pergolato: in realtà, si tratta di strutture visivamente affini, ma fisiologicamente diverse.
Mentre la tettoia è una costruzione fissa e complessa che va progettata e viene classificata tra le opere di edilizia ‘pesante’, il pergolato è mobile, leggero e rimovibile e rientra negli interventi di edilizia ‘libera’ che, se inserito in un’abitazione indipendente, non necessita di autorizzazioni.

Diversamente dal pergolato, quindi, per realizzare una tettoia in legno all’interno di uno spazio edificabile, bisogna richiedere il “permesso di costruire”: nella fattispecie, il DPR 380/01 include l’edificazione di una tettoia negli “interventi di trasformazione urbanistica”, qualificandola come “nuova costruzione” qualora aumenti di oltre il 20% la volumetria dell’edificio di pertinenza.

Oltre alle norme generali di carattere nazionale, la costruzione di una tettoia può essere soggetta anche a regolamenti comunali che, in qualche caso, derogano alle leggi nazionali per esigenze locali.

Tali disposizioni trovano la loro ragion d’essere nel fatto che la tettoia, sostanzialmente, altera l’assetto originario dell’immobile, rappresentando una zona autonoma della casa da utilizzare in maniera indipendente.

La norma di legge diventa ancora più incisiva quando si decide di costruire una tettoia che interessi un edificio condominiale: in questo caso, oltre a chiedere il rilascio della licenza edilizia al Comune competente per territorio, bisognerà che la nuova costruzione:

• non violi le norme stabilite sulle distanze minime tra i fabbricati (3 metri);

• non pregiudichi il decoro architettonico dell’immobile;

• non limiti il regolare accesso dei condomini nell’edificio.

I materiali strutturali e di copertura

Una tettoia in legno viene costruita con l’intento di aumentare la funzionalità della casa e la prima esigenza a cui fa riferimento una simile decisione è quella di poter usufruire di una struttura solida, durevole e semplice da gestire.

La facilità di manutenzione di una tettoia in legno è strettamente legata al materiale che viene utilizzato per realizzarla: la soluzione adottata più di frequente è quella del legno lamellare di abete o di pino, che resiste bene alle intemperie, non risente delle sollecitazioni del suolo su cui poggia la struttura e, nel tempo, non subisce deformazioni.

L’alternativa al legno lamellare è rappresentata dal legno massello che è più resistente è facilmente personalizzabile, quindi molto versatile da un punto di vista estetico.

Quanto alla copertura, la scelta dipende sostanzialmente da due fattori: la funzione primaria della tettoia e il gusto personale.

L’opzione più tradizionale è costituita dal posizionamento di tegole: robuste e protettive, assicurano un riparo efficace e durevole, ma pesano sulla struttura che va, per questo, rinforzata con l’inserimento di ulteriori supporti.

La soluzione più valida da un punto di vista estetico rimane quella dei listelli in legno, ugualmente resistenti e assolutamente in armonia con la struttura portante.

Il limite della copertura in legno è sempre legato alla natura stessa del materiale, che necessita di essere protetto e richiede una manutenzione ciclica e puntuale.

In qualche caso si sceglie di coprire la tettoia con tendaggi, realizzati con speciali tessuti impermeabili e resistenti: anche se molto più economica, questa opzione non può considerarsi “definitiva”, perché costituita da materiali comunque suscettibili all’azione degli agenti atmosferici, specie quelli più aggressivi, come il forte vento o la grandine e potrebbe richiedere di essere periodicamente sostituita.

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Cappotto interno ed esterno? Quali sono le differenze?

cappotto casa

Il cappotto è una tecnica che consente l’isolamento termico dell’edificio attraverso l’apposizione sulle pareti di un rivestimento realizzato con materiali diversi.

L’isolamento termico della casa mira, infatti, a creare un involucro attorno alle pareti della costruzione in modo da garantire agli occupanti una temperatura confortevole durante tutto l’anno (calda d’inverno e sufficientemente fresca d’estate) senza dover consumare molta energia.

L’obiettivo del cappotto termico è, quindi, quello di limitare il trasferimento di calore tra l’interno e l’esterno utilizzando materiali isolanti e, in definitiva, quello di avere un edificio a energia positiva: una casa termicamente confortevole senza inquinare troppo e senza incidere drammaticamente sull’importo delle bollette e sull’economia familiare.

L’isolamento può avvenire rivestendo di materiali isolanti la facciata esterna o le pareti interne dell’edificio. Entrambe le tecniche hanno vantaggi e svantaggi che esamineremo nel dettaglio.

Cos’è il cappotto esterno

L’isolamento termico tramite cappotto esterno consiste nel circondare l’edificio con un materiale isolante apposto su tutte le pareti. Molto efficace, il cappotto esterno ha una resa termica di gran lunga superiore a quella dell’isolamento interno.

Posizionato all’esterno delle murature, rafforza l’inerzia termica della casa (ovvero la sua resistenza alle variazioni di temperatura), limitando i cosiddetti ponti termici e consentendo un risparmio energetico superiore del 15% rispetto all’isolamento interno.

Se la sua efficacia è ormai riconosciuta, bisogna considerare che il cappotto esterno rappresenta un’opera di una certa entità, che richiede una modifica strutturale della facciata.

È, quindi, consigliato nell’ambito di un nuovo progetto di costruzione o di un restyling totale dell’edificio.

D’altra parte, un intervento di questo tipo può costituire un problema nel caso di un vecchio edificio in fase di ristrutturazione.

Infatti, l’isolamento esterno non è adatto a tutti i tipi di architettura. È inapplicabile, ad esempio, a edifici decorati con sculture, fregi e altri ornamenti.

Vantaggi e svantaggi del cappotto esterno

Il cappotto esterno consente:

  • la realizzazione di un sistema ad alta prestazione energetica con, tra l’altro, un elevato numero di ponti termici trattati;
  • preservare lo spazio abitativo dell’abitazione (i materiali isolanti sono posti all’esterno delle murature sulla facciata della casa, il che non comporta alcuna perdita di spazio);
  • combinare l’opera di coibentazione con interventi di rifacimento della facciata o sostituzione delle finestre;
  • proteggere le pareti esterne dalle intemperie (acqua, vento, ecc.) e aumentare la resistenza agli sbalzi di temperatura o problemi di sigillatura.

La tecnica dell’isolamento dall’esterno presenta un significativo svantaggio:

  • la complessità del lavoro da eseguire: l’installazione dell’isolamento esterno richiede competenze tecniche speciali e una consistente modifica dell’aspetto esterno dell’abitazione.

Cos’è il cappotto interno

L’isolamento termico tramite cappotto interno consiste nell’installare il materiale isolante all’interno dell’edificio. Questa soluzione è un po’ meno efficiente, ma consente comunque di risparmiare energia.

Questa tecnica di isolamento termico dell’abitazione non necessita di alcuna particolare autorizzazione amministrativa.

Non richiedendo alcuna modifica della facciata, è da preferire se si desidera preservare l’aspetto esteriore di un edificio. D’altra parte, poiché lo spessore del materiale si somma a quello della parete, l’isolamento interno riduce la superficie abitabile.

Ciò implica una modifica dell’impianto elettrico, della collocazione di interruttori e prese e richiede anche un rifacimento della decorazione interna.

Il cappotto interno è l’ideale per limitare gli effetti negativi della condensa ed è ottimo anche per ottenere un buon isolamento acustico.

Vantaggi e svantaggi del cappotto interno

L’attrattiva del cappotto interno si basa su diversi vantaggi, tra cui:

  • il prezzo più accessibile;
  • l’ampia scelta di materiali isolanti (naturali, sintetici, ecc.);
  • la possibilità di procedere pezzo per pezzo.

Gli svantaggi del cappotto interno possono essere riassunti come segue:

  • una riduzione dello spazio abitativo aumentando lo spessore delle pareti interne dell’abitazione da coibentare (spessore dei materiali isolanti e soluzioni di rivestimento);
  • l’obbligo di svuotare o proteggere l’alloggio durante i lavori di ristrutturazione.

Cappotto interno o cappotto esterno: quale scegliere?

La decisione tra le due diverse tecniche di isolamento termico dell’edificio dipende da diversi criteri. Per scegliere tra lavori di isolamento interno e lavori di isolamento esterno, è importante tenere conto di:

  • la configurazione dell’edificio: in alcune situazioni, l’isolamento dall’esterno dell’edificio sarà semplicemente impossibile da realizzare;
  • le proprie preferenze e le proprie esigenze: l’entità del risparmio energetico che si vuole conseguire, maggiore comfort quotidiano, ecc.;
  • il budget che si ha a disposizione.

Per fare la scelta giusta è importante rivolgersi a professionisti del settore. La nostra azienda specializzata in opere di coibentazione sarà nella posizione migliore per consigliare il tipo di isolamento, interno o esterno, da preferire per una data costruzione.

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Le fasi di costruzione di una casa: scopriamole insieme!

fasi costruzione casa

È difficile sapere da dove cominciare quando si pensa di costruire una nuova casa: dalla scelta del terreno ai materiali della casa, sono tanti i passaggi da conoscere e quelli da compiere.

Ecco una breve guida sulle diverse fasi della costruzione, da leggere prima di intraprendere il più grande progetto della vita di ognuno.

La scelta del professionista incaricato della costruzione

Prima di passare alla realizzazione dei progetti, è fondamentale scegliere l’azienda specializzata che si occuperà della realizzazione della casa.

Di fondamentale importanza è l’architetto che si occupa di lavorare su un progetto su misura e gestisce tutte le fasi della costruzione, dal deposito della concessione edilizia, alla scelta degli artigiani, alla gestione del cantiere e dei lavori.

Un’altra figura rilevante è il costruttore che si occupa della gestione dell’’intero progetto, lavorando, però, sulla base di un catalogo di modelli predefiniti, personalizzabili entro certi limiti.

Definizione del progetto

A seconda del professionista scelto per costruire la tua casa, si distinguono due tipologie di progetti:

  • progetti personalizzati: se ci si rivolge a un architetto, si può progettare una casa su misura, secondo i propri gusti e le proprie esigenze;
  • planimetrie del catalogo: se ci si rivolge a un costruttore, la scelta del progetto avverrà tra una serie di modelli di case in diversi stili, beneficiando di un margine di personalizzazione più o meno significativo a seconda del professionista scelto.

Le fasi di costruzione di una casa: permesso per costruire

Il permesso di costruire è essenziale per poter costruire una casa. Il documento contiene dettagli precisi dell’intero progetto di costruzione e deve essere integrato con piante, schemi e foto.

Sia l’architetto che il costruttore, generalmente, si occupano anche di compilare le pratiche per l’ottenimento della concessione edilizia e di presentarle al comune di pertinenza.

Le fasi di costruzione di una casa: lavori strutturali

I lavori strutturali di costruzione di una casa servono ad assicurare la solidità e la stabilità dell’edificio e comprendono le seguenti operazioni:

  • Picchettamento: questa operazione ha lo scopo di delimitare l’ubicazione della futura costruzione e delle tubazioni mediante picchetti numerati. Questo passaggio è fondamentale per poter redigere le planimetrie della casa da realizzare;
  • Scavo: si tratta di preparare il terreno su cui sorgerà la futura casa spostando grandi quantità di materiale (terra, rocce, ecc.) dal terreno. Durante questa fase, il terreno verrà scavato per ospitare le future fondamenta e i tubi;
  • Fondazioni: sono la base della casa. Garantiscono la stabilità e la solidità della costruzione. La loro profondità dipenderà in particolare dalla natura del terreno, dal tipo di costruzione prevista e dal peso da sostenere;
  • Sanificazione: la sanificazione è il sistema che consente l’evacuazione delle acque reflue;
  • Pavimentazione: assume generalmente la forma di una soletta in cemento armato che viene gettata direttamente sul solaio del piano terra precedentemente ricoperto di isolamento termico (pavimentazione a terra), oppure al livello più basso (pavimentazione su vespaio);
  • Prospetto delle murature: il basamento della costruzione in via di ultimazione, posto in fase di realizzazione delle murature portanti costituiranno l’ossatura della casa. A seconda del budget, del tipo di costruzione desiderata e delle prestazioni termiche e acustiche ricercate, si sceglierà uno dei seguenti materiali per realizzare le pareti: mattoni, blocchi di cemento, cemento cellulare o legno;
  • Copertura (impermeabilizzazione): per la copertura del tetto possono essere utilizzati diversi materiali: tegole, ardesie, zinco;
  • Falegnameria esterna (sfiato dell’aria): si riferisce all’installazione delle finestre e delle porte che si aprono sull’esterno della casa, nonché le persiane.

Gli impianti e i lavori per rendere confortevole la casa

Una volta realizzate le fasi relative ai lavori strutturali dell’edificio, sono necessarie ulteriori operazioni che servono a rendere la casa abitabile fornendo agli occupanti un comfort abitativo ottimale.

Vediamoli di seguito:

  • Isolamento e tramezzatura: l’isolamento è un passaggio da non trascurare quando si costruisce una casa. L’isolamento può essere effettuato dall’esterno, dall’interno, oppure essere integrato direttamente nel materiale da costruzione. La fase di coibentazione è generalmente associata a quella della disposizione degli ambienti: si sfrutta, infatti, il montaggio delle pareti divisorie per integrare le canalizzazioni elettriche;
  • Impianto idraulico: l’impianto idraulico consisterà nell’installazione della rete di tubazioni e di drenaggio per rifornire d’acqua gli ambienti;
  • Elettricità: l’installazione dell’elettricità può essere eseguita contestualmente all’impianto idraulico. Questo per far passare i cavi elettrici nelle guaine. Per evitare brutte sorprese (presa nascosta dietro i mobili, ad esempio), posizionare le prese in base ai mobili e agli elettrodomestici che attrezzeranno gli ambienti;
  • Riscaldamento e condizionamento: è in questa fase che si installano caldaie e radiatori;
  • Ventilazione: per garantire un buon ricambio dell’aria ed evitare la formazione di condensa, una casa deve disporre di una ventilazione efficiente.

Le fasi di costruzione di una casa: le finiture

Le finiture si riferiscono alla fase finale dei lavori di costruzione e comprendono le seguenti opere:

  • Rivestimenti per pavimenti: in una stanza umida (bagno, cucina, servizi igienici, ecc.), verrà posato un pavimento impermeabile come piastrelle, laminato resistente all’umidità o pavimenti in legno esotico; nel soggiorno o nelle camere da letto si punterà su un pavimento resistente, caldo e di facile manutenzione come parquet massiccio o multistrato ecc.;
  • Rivestimenti e pitture murali: i rivestimenti murali devono essere scelti in base al tipo di ambiente e all’estetica desiderata. Si sceglierà, ovviamente, un rivestimento facile da pulire in una cucina e in un bagno, mentre per gli altri ambienti la scelta è quasi illimitata, dalla vernice, alla carta da parati o, addirittura, al sughero;
  • Falegnameria interna: questa fase della costruzione riguarda gli allestimenti interni della casa (porte interne, maniglie, battiscopa, la cassaforma per nascondere i tubi a vista e i mobili da incasso);
  • Illuminazione interna: solitamente si predispone l’installazione di un’illuminazione diretta sopra alcune zone strategiche: il piano di lavoro della cucina e il lavello, il tavolo su cui si mangia, il lavabo del bagno, le luci di lettura a parete su ogni lato del letto;
  • Lavori di facciata: a seconda dell’aspetto che si vuol dare alla casa, del tipo di isolamento scelto si può rivestire la facciata con legno, metallo, gesso o con un’impiallacciatura (pietra, terracotta, cemento, ecc.).

Per ottenere una casa confortevole e che possa soddisfare tutte le nostre esigenze è necessario rivolgersi a professionisti del settore.