Secondo le ultime statistiche, in Italia sono molto più numerosi gli impianti elettrici attualmente non a norma rispetto a quelli che rispettano tutti i canoni e le legislazioni previste che si sono susseguite nel corso del tempo e che hanno in parte aggiornato e modificato le prime prescrizioni.
Si tratta di una questione molto importante poiché coinvolge la sicurezza del nucleo familiare che abita la casa e quella dell’intero palazzo o stabile di appartenenza, poiché sono davvero frequenti gli incidenti domestici che si verificano ogni anno provocando conseguenze più o meno gravi su cose o persone presenti.
La procedura non va confusa con il rifacimento del sistema, perché non è detto che una soluzione nuova rispetti pienamente la legislazione in merito solo perché è stata costruita da poco tempo.
Differiscono inoltre le richieste necessarie, le pratiche burocratiche e i documenti da presentare; lo scopo di questo articolo è proprio fare chiarezza all’interno di un universo così variegato, mettendo in chiaro tutta la normativa inerente e valutando le varie ipotesi a disposizione quando si decide di chiedere l’intervento di un tecnico professionista.
Differenza tra messa a norma e rifacimento di un impianto elettrico
Per poter avere un’idea chiara e precisa di cosa sia la messa a norma dell’impianto elettrico è opportuno distinguerlo dl concetto di rifacimento.
In entrambi i casi si parte da una situazione di usura e di vecchiaia, che necessita di essere modernizzata per evitare spiacevoli incidenti.
Se per quanto riguarda il rifacimento totale viene sostituita del tutto l’intera apparecchiatura, per la messa a norma sono integrate o cambiate solo alcune componenti per raggiungere i requisiti minimi previsti dalla legge.
Si tratta pertanto di un intervento decisamente poco invasivo e allo stesso tempo più economico rispetto a quello globale.
Entrambi devono essere eseguiti da un tecnico specializzato ma i tempi necessari e soprattutto i costi sono ben diversi nelle due soluzioni.
Parliamo di un’operazione che rientra nella manutenzione ordinaria di un edificio, un’abitazione o un negozio, poiché consente di prolungarne l’impiego nel corso degli anni senza agire in modo più drastico e diretto.
Soprattutto i locali commerciali dovrebbero effettuare periodicamente una chiamata di questo genere, a maggior ragione se si trovano in una fase di ristrutturazione che determina una messa a nuovo dell’intero ambiente, comprese le parti elettriche e meccaniche.
L’obiettivo è quello di non intervenire in modo troppo invasivo con interventi di muratura consistenti e allo stesso tempo ottenere un impianto perfettamente a norma e rispettoso di tutte le novità introdotte dalla legge nel corso del tempo.
Tuttavia molto spesso una condizione di questo genere non si adatta bene alla modernità voluta all’interno della casa e pertanto si tende ad optare per un rifacimento totale che possa uniformarsi meglio alle nuove esigenze dell’abitazione.
Perché mettere a norma il proprio impianto
Numerosi sono i rischi quando si decide di tenere un impianto obsoleto, che possono estendersi non solo alla singola abitazione ma a tutto lo stabile nel quale si inserisce.
In primo luogo quello della folgorazione, che può avvenire a contatto con una presa di corrente o lasciando qualche filo scoperto dove non dovrebbe essere.
Più grave è quello di incendio, che può avvenire quando le componenti non sono coperte nella maniera adeguata e non sono presenti materiali isolanti che impediscono la formazione delle scintille.
Basta una minima disattenzione per creare un disagio di grandi proporzioni se non una situazione di vero pericolo.
Il terzo incidente che potrebbe accadere è quello di avere un improvviso calo di tensione e rovinare le apparecchiature collegate all’impianto, come gli elettrodomestici di piccole, medie o grandi dimensioni.
Per questi motivi è opportuno operare non quando si riscontrano le prime avvisaglie ma con cadenza periodica o prendendo come occasione una ristrutturazione, così da prevenire eventuali fenomeni deleteri prima che possano effettivamente manifestarsi.
Quando un impianto elettrico è da considerarsi perfettamente a norma?
Se si desidera mettersi al riparo da eventuali inconvenienti le leggi da seguire sono essenzialmente due.
La prima è la n. 46 del 13 Marzo 1990, che prevede una perfetta attuazione della normativa CEI e UNi.
Si tratta di due sistemi che informano circa tutte le caratteristiche che un impianto elettrico deve possedere, continuamente aggiornate secondo quelle che sono le nuove disposizioni e la modernizzazione delle tecnologie utilizzate.
Andando avanti nel tempo, infatti, le modalità tendono ad evolversi e di conseguenza anche le singole componenti devono essere aggiornate per venire utilizzate nella maniera corretta e non creare cortocircuiti.
Ne consegue che tutti gli impianti creati dopo l’anno in questione dovrebbero teoricamente essere stati costruiti correttamente a meno che non si siano ignorate le disposizioni vigenti all’epoca.
Inoltre, proprio in questa sede, è stato istituito l’obbligo di esibire il Certificato di Conformità, che riporta tutti i parametri essenziali del sistema stesso e attesta che questo sia stato eseguito a norma di legge così come dichiarato dal tecnico incaricato.
Parliamo di una documentazione che dovrebbe essere esibita anche nel corso di una vendita a terzi per garantire quanto si sta cedendo anche da questo punto di vista.
Nel corso nel 2008 è stata poi introdotta una nuova norma, il decreto ministeriale 37, che regola meglio le procedure da seguire in questo lasso di tempo decisamente ampio.
Se infatti dopo il 1990 non è stato prodotto questo documento, può essere sostituito da una dichiarazione di rispondenza, che deve possedere alcune diciture essenziali e che necessita di essere validato da un esperto del settore.
Inoltre, ogni impianto antecedente a tale nuovo termine è considerato idoneo solo se dotato di sezionamento e protezione contro i sovraccarichi, così da limitare del tutto i contatti diretti e indiretti con componenti che potrebbero risultare pericolose e dannose per gli abitanti della casa.