Come è fatto un impianto idraulico?
Attraverso quale sistema l’impianto idraulico riesce a portare l’acqua dall’esterno dell’edificio fin dentro casa?
Bisogna qui immaginare un’organizzazione di tubi, reti e componenti che insieme formano delle vere e proprie arterie.
Questa struttura distribuisce l’acqua ad uso sanitario in tutta la casa, particolarmente nel bagno. Qui spesso occorre fare lavori dedicati in quanto ci sono utenze particolari che necessitano di un’attenzione differente.
L’impianto, quindi, preleva l’acqua dall’attacco dell’acquedotto, dalla rete pubblica quindi, per trasportarlo fino al punto selezionato per l’erogazione all’interno dell’abitazione o edificio.
All’interno di questo sistema troviamo una prima, e importante, differenza, ovvero quella tra acqua calda o fredda. In ogni abitazione, infatti l’impianto idraulico del bagno presenta due strade relative al percorso dell’acqua calda o dell’acqua fredda.
Nel primo caso, infatti, viene montato un generatore che preleva l’acqua dalla rete pubblica e, riscaldandola, la immette in circolo all’interno dell’abitazione.
Ecco perché si parla di rete per l’Acqua Calda Sanitaria o ACS. L’acqua fredda, invece, non riceve alcun trattamento e viene immessa, partendo dall’attacco della rete pubblica, direttamente nel bagno. Inoltre, il sistema idraulico, come quello relativo al riscaldamento, può basarsi su un funzionamento centralizzato o autonomo.
Quali sono le informazioni da sapere?
Le informazioni da conoscere in merito alla progettazione del sistema idraulico del bagno sono, in primo luogo, di natura legislativa.
Allo scopo di garantire il livello di sicurezza più elevato nella costruzione e nello sviluppo di impianti idraulici, il 22 gennaio 2008 è stato emanato un Decreto Ministeriale che stabilisce una stesura di progetto obbligatoria per qualsiasi intervento, dalla costruzione quindi all’ampliamento o ammodernamento.
Si precisa, inoltre, che il suddetto progetto dev’essere redatto e sviluppato da un architetto o da un tecnico iscritto all’Albo professionale relativo alla sua competenza.
Questo perché, l’impianto deve soddisfare le normative di sicurezza stabilite da Decreto Ministeriale n.37 emanato dal Ministero dello Sviluppo.
Le normative sono volte al rispetto di criteri di sicurezza che offrono infatti il massimo risparmio energetico. In queste situazioni, infatti, si stabiliscono anche le tipologie di tubazioni da adoperare.
Sono necessari materiali differenti per le varie condizioni in cui l’impianto dovrà essere posato e montato. Per le parti interrate relative al collegamento, per esempio, si utilizzerà la ghisa sferoidale.
Mentre le tubazioni adibite alla vera e propria distribuzione dell’acqua dovranno essere in polietilene.
Le normative prevedono la costruzione di un sistema che funzioni in modo non solo efficace ma efficiente, eliminando così tutte le dispersioni di calore. Ecco perché tutta l’estensione della tubatura dovrà essere ricoperta con materiali isolanti.
Uno dei più utilizzati è il neoprene, utilizzato attraverso strati spessi da 5 a 12 millimetri. In questo modo, l’impianto non perderà calore e, cosa ancor più importante, verrà protetto dalla corrosione o condensa esterna dei tubi.
Differenze tra impianto di carico e scarico
Partendo dall’impianto di carico, possiamo sin da subito affermare che è il più semplice da progettare e realizzare. Qui gli schemi sono più lineari, e i punti di erogazione dell’acqua previsti sono molti.
L’impianto di carico è strutturato tramite colonne verticali adibite alla rete di scarico oltreché per l’acqua fredda, dalle quali si può attuare il classico rifornimento di acqua da immettere nella distribuzione.
Questo schema può essere progettato sia “a collettore” che “in derivazione“. Nel primo caso, si parla di schema a ragno in quanto viene sfruttata una sola tubazione che parte appunto da un collettore e raggiunge i vari sanitari del bagno.
In questo caso, il sistema presenta molti punti a favore dell’efficienza in quanto permette, in primo luogo, di non utilizzare giunture, il che allontana i pericoli di perdite. Oltretutto questo schema è molto più economico presentando un’installazione semplice e relativamente intuitiva.
Il sistema in derivazione, invece, presenta uno schema maggiormente sfruttato in situazioni di ristrutturazione. Attraverso raccordi a T, infatti, si può provvedere al collegamento in serie dei vari sanitari alla rete della casa tramite l’impiego di una tubazione rigida.
L’impianto di scarico, viceversa, suddiviso in due tipologie quali: a tubazione unica o doppia. Gli impianti a tubazione unica prevedono un’opzione abbastanza semplice in cui non si dividono le acque nere da quelle bianche.
Nello schema a doppia tubazione, invece, si monta un doppio scarico che separa le acque reflue bianche da quelle nere. Com’è chiaro notare, il sistema a doppio tubo presenta un livello di igiene maggiore.
In questo caso, infatti, si evita la risalita di cattivi odori dallo scarico del lavabo, ad esempio, o dal bidet. D’altro canto, lo scarico a tubo unico viene scelto per situazioni, come i condominii, in cui tutti i bagni sono sovrapposti nei piani che si susseguono.
Rivolgersi sempre a dei professionisti per la realizzazione di un impianto idraulico
Ecco perché occorre rivolgersi ad un’impresa che possa realizzare i lavori con un livello di professionalità adeguato. Sia nel caso in cui il bagno debba essere sviluppato ex novo, sia nel caso di ristrutturazione, bisogna basarsi su un progetto che rispetti le norme di sicurezza e che sia adiacente alle proprie necessità.
Noi facciamo case rappresenta un vero e proprio gruppo di professionisti al servizio del cliente, pronti a soddisfare ogni esigenza verso la realizzazione di ambienti su misura in ogni dettaglio.